GIORNO DELLA MEMORIA, LETTERA APERTA DEL SINDACO AMANTE E ASSESSORE DETTU'

Cari bambine e bambini, Cari ragazze e ragazzi.

GIORNO DELLA MEMORIA, LETTERA APERTA DEL SINDACO AMANTE E ASSESSORE DETTU'

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Cari bambine e bambini,
Cari ragazze e ragazzi,

come ogni anno, il 27 gennaio si celebra il “Giorno della Memoria”, istituito per ricordare la Shoah, le leggi razziali, la persecuzione dei cittadini ebrei, l’olocausto di uomini, donne e bambini innocenti.

Perché “Giorno della Memoria”? Per ricordare: conoscere la storia per non dimenticare e per imparare affinché nessuno mai, in alcuna parte del mondo e per nessuna giustificazione, possa far sì che si ripeta ciò che è già accaduto. Nonostante si tratti di una pagina triste e drammatica della storia del Novecento, che potrebbe sembrare così lontana dai nostri giorni, di fatto ha segnato e segnerà per sempre la storia dell’umanità. Basti pensare agli ultimi episodi accaduti negli stadi italiani, quando, durante la lettura di una delle pagine del diario di Anna Frank (iniziativa nata, tra l’altro, in seguito ad episodi di antisemitismo), vengono inneggiati cori e fischi di protesta: la dimostrazione di florida ignoranza e pura cecità di fronte ad una vergogna storica messa in piano dal genere umano contro lo stesso genere umano.

Chiudiamo gli occhi ed immaginiamo, per un istante, di trovarci nell’Italia degli anni ’40: “Ero stato educato all’amore per lo studio, per la scuola”, scrive Pietro Terracina, deportato ad Auschwitz e sopravvissuto all’olocausto. “Mia madre non tralasciava occasione per ricordarci che per riuscire nella vita bisognava prima riuscire nella scuola. A volte penso che mio padre mi rimandò in quella scuola per farmi toccare con mano le avversità a cui eravamo costretti”. Il 15 novembre entrò regolarmente in classe e si diresse verso il suo banco, come faceva da un mese e mezzo. Tutti i suoi compagni si fermarono in silenzio ad osservarlo. L’insegnante lo bloccò e gli disse: “Esci, che tu non puoi stare qui”. E da quei giorni ebbe inizio un racconto così violento e surreale da lasciare senza fiato.

Cari bambini, cari ragazzi, abbiate la curiosità di conoscere, sapere e pensare con la vostra testa senza dimenticare la storia e il sacrificio di milioni di persone innocenti, ritenute ingiustamente colpevoli di essere diversi. E in questo percorso di conoscenza la scuola sarà un vostro costante punto di riferimento e maestra di vita.

La memoria deve essere il baluardo della storia.

Marcello P. Amante
        Sindaco                             

     Cristina Dettù
Ass. Pubblica Istruzione

 

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