Alessandro Tommaso Arcudi

Frate domenicano, storico

 

Periodo: (1655-1718)

Appartenente ad una storica famiglia galatinese (e soletana), ebbe modo di conoscere e consultare opere e manoscritti di grande utilità per la storiografia, in gran parte sconosciuti agli storici successivi.
La sua Galatina letterata, una raccolta di ricerche su una quarantina di galatinesi illustri, è tuttora una preziosa fonte storiografica.
In essa, malgrado gli inevitabili errori (a volte dovuti da "necessità" polemica verso credenze o storiografia precedenti), Arcudi dimostra di avere buone fonti e di cercare il più possibile riferimento a documenti.
La sua prima opera, del 1699, è L'anatomia degli ippocriti, firmata con lo pseudonimo di Candido Malasorte Ussaro, anagramma del suo nome e cognome. L'opera, in cui la "vis polemica" del predicatore galatinese ha modo di trovare piena ospitalità, conta circa 800 pagine in cui tra i bersagli preferiti alloggiano i gesuiti accusati di visitare botteghe e "femminelle" anziché ritirarsi a studiare.
Forse per una sorta di legge del contrappasso dovè subire malelingue ed accuse che convinsero i suoi superiori a relegarlo nel convento di Andrano, lontano dall'amata patria galatinese.
Oltre alla Galatina letterata pubblicata in Genova nel 1709, scrisse Le due Galatine difese (la patria e il libro), in cui ribadisce la patria galatinese del vescovo di Nardò Giovanni Barlà e l'attribuzione alla famiglia dei Colonna (anziché a quella dei Mongiò) di Pietro Galatino; ma soprattutto difende il suo libro (La Galatina letterata), le scelte operate, la selezione, le fonti.
Lasciò numerosi altri scritti di caratere filosofico e religioso.

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